Oggi ci comportiamo da saggi, domani torniamo a fare i saggi

UN PENSIERO CON TANTE G
Oggi come oggi è quanto mai saggio starsene a casa.
Sappiamo tutti perché.
Eppure proprio oggi, mentre mi aggiro in cucina con la scopa di saggina e assaggio del formaggio, e armeggio con qualche aggeggio delle mie figlie che poi poggio in qualche momentaneo parcheggio, oggi, dicevo, penso ai SAGGI.
Non mi riferisco a grandi pensatori, per quanto di questi tempi le loro riflessioni siano indispensabili.
Mi riferisco alla festa finale della Scuola di TeatroVerde: polvere di stelline, polvere di stelle e polverone di stelle.
Una festa che si interrompe, momentaneamente, dopo 18 anni e più.
Come Teatro Verde da ormai 40 anni ne abbiamo combinate di tutti colori: spettacoli, festival, libri, tournée estere.
Eppure il momento che più ci gratifica, che più ci dà il senso profondo del nostro faticare è proprio quello del saggio finale dei nostri laboratori espressivi.
150 bambini dai 4 ai 16 anni che affrontano il pubblico, la timidezza, la fifa da palcoscenico giocando, col sorriso, senza il timore di essere giudicati ma solo con la voglia di esprimersi.
Ci mancano gli applausi dei genitori, la fibrillazione dei piccoli attori, i fiori a fine spettacolo, il nervosismo degli insegnanti. Ci manca l’espressione dell’adulto che impugna un telefonino e scopre quanto sia difficile applaudire con una mano sola. Perfino i telefonini tenuti in alto a due mani per riprendere quello che una ripresa non ridarà mai: la gioia di raccontare. Di condividere uno spazio (a pochi centimetri uno dall’altro) e un tempo. Di far parte di una comunità.
Sono tempi non facili e non è il caso di fare classifiche di dolori e di lamentazioni.
Siamo tutti sospesi, in attesa di ricominciare, senza dimenticare nessuno.
Noi però – siete tutti avvertiti – questa festa l’abbiamo soltanto rimandata.
Coraggio: oggi ci comportiamo da saggi, domani torniamo a fare i saggi.
Andrea Calabretta